Buongiorno ragazze, oggi affronteremo insieme un tema molto spinoso e discusso, quello delle lampade solari. In vista dell’estate e della prova costume, so che già molte di voi si sono date da fare alla ricerca di un solarium dove recuperare un pò di tintarella, ma attualmente sono molte le criticità legate alle lampade solari, e non pochi studi le accusano di provocare seri problemi alla salute.
In questo articolo voglio fare con voi il punto della situazione e darvi qualche consiglio.
Circa 15 anni fa lavoravo in un solarium molto popolato da donne e uomini che volevano assolutamente la carnagione ambrata: se ben ricordate, verso gli anni 90 la tintarella dorata era quasi un requisito fondamentale, e per raggiungerla si faceva largo uso (ed abuso) di lampade autoabbronzanti in qualsiasi stagione dell’anno.
Ahimè, anche io sono stata contagiata da questa malsana tendenza, fin quando un giorno, durante una crociera, mi sono macchiata il viso. Non è stata la lampada solare a causarmi quest’inestetismo, ma da quel momento ho cambiato completamente il mio punto di vista sulla questione abbronzatura.
Dovete sapere che inizialmente questo genere di servizio non era affatto qualcosa di commerciale ed estetico, ma rientrava più nel campo medico: le lampade infatti venivano utilizzate per stimolare la produzione di Vitamina D nei bambini rachitici.
Funzionamento, pro e contro
Le lampade abbronzanti emettono soprattutto radiazioni UVA e in parte UVB, mentre per quanto riguarda il sole abbiamo tre tipologie di radiazioni: UVA, UVB e UVC, queste ultime, filtrate in gran parte dalla fascia dell’ozono.
Per avere un’idea della potenza del macchinario vi basta pensare che l’emissione media attuale corrisponde ad un indice UV di 12, cioè equivalente al sole di mezzogiorno all’equatore.
Attualmente sono in uso due categorie di lampade:
- Fluorescenti, visivamente simili ai neon, ed in grado di emettere raggi UVA (in gran parte) e raggi UVB (in percentuale più ridotta);
- Ad alta pressione, le quali trasmettono solo raggi UVA ad alta intensità.
Sul piatto della bilancia possiamo mettere alcuni aspetti positivi legati ai lettini solari, tra cui l’effetto anti infiammatorio per le pelli acneiche, la piacevole sensazione di tepore e il conseguente rilassamento per il fisico, la stimolazione dei melanociti, la cosiddetta “preparazione della pelle al sole” o la produzione di Vitamina D.
Tuttavia restano molto rilevanti anche i contro: si parla infatti di forte possibilità di sviluppare melanomi cutanei, ed a tal proposito è stato molto chiaro uno dei tanti documenti stilati dall’autorevole Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori (SCCS) che conferma, attraverso numerosi studi, questo ormai noto pericolo.
Altri effetti negativi riguardano anche il fotoinvecchiamento, quindi la comparsa di rughe e radicali liberi, così come macchie solari, scottature e secchezza cutanea.
Il mio consiglio
Per quanto mi riguarda non mi sento di sconsigliare categoricamente le lampade solari, piuttosto mi preme dirvi di fare affidamento ad un ottimo solarium o centro estetico, che disponga delle migliori tecnologie e di operatrici competenti che sapranno indicarvi al meglio la frequenza, le modalità di utilizzo e tutte le precauzioni del caso.
Fare alcune sedute con le lampade abbronzanti aiuta a stimolare la melanina, ma l’uso deve comunque essere limitato: un weekend in spiaggia o al mare, con un adeguato fattore di protezione vi porterà ugualmente un risultato esteticamente piacevole, sicuro per la salute e duraturo.
Ci vediamo al prossimo post!
Isa.